Chi più chi meno, ma (quasi) tutti nell’Angelo s’inciampa.
Rudy(https://www.facebook.com/RudySemplicementeCane?fref=ts) è il nostro cane; lo vezzeggio con tanti appellativi, fra questi anche sotto forma interrogativa: “Ma sei un angelo?”. Non ottenendo risposta 🙂 l’ho cercata e trovata ne “L’angelo necessario” di Massimo Cacciari (ed. Adelphi). Quell’appellativo apparentemente sacrilego, mediato dall’affetto sconfinato per l’animale, non è un caso; nasce da un sapere intuitivo, un sentire comune di cui non ero a conoscenza.
L’Angelo ha delle affinità con l’animale. L’Angelo è istinto: la sua intelligenza e la sua capacità di riflettere non sono mediati dalla parola, ma da azioni e passioni corrispondenti alla presenza, che non mente. Non gli corrisponde il dire una cosa e poi farne un’altra.
Il tempo dell’Angelo non è lacerato da un passato e da un futuro. E’ il presente, eterno nel suo ri-presentarsi. Proprio come le “feste” dell’animale per il proprio “padrone”; poco cambia se sono trascorsi 10 minuti piuttosto che 10 ore. Sono adesso e sono sempre.
L’Angelo non comprende; pertanto, non si prega perchè il suo affiancare è nonostante tutto, senza essere oggetto di senso e soggetto ai sensi.
E come la mettiamo allora con quell'”Angelo di Dio” così tanto osannato nel mondo nell’infanzia e non solo? Come tutte le preghiere che si rispettino votate all’Aperto (anche gli animali ci vanno matti :-)), fate sì che diventino un modo per fronteggiare gli egoismi, una ninna nanna per i bambini, un paracadute per gli umani terresti giocolieri, avulsi da mo’ dal Cielo.
Orman from Acme Filmworks on Vimeo.
Barbara Gaiardoni