L’ADOLESCENTE SENSIBILE

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“Essere un’adolescente sensibile non è mai facile”, dichiara la quindicenne Paris, figlia del re del pop Michael Jackson. La notizia del suo tentato suicidio stupisce ancora? Bando al gossip, da cui si potrebbe ipotizzare una valanga di perchè rispetto a questo gesto,  ma ciò che conta è cosa e come fare per arginare quest’episodi di grande sofferenza. Un dolore che tocca molti.

Secondo l’équipe del Crisis Center di Milano, grazie all’esperienza maturata nel corso degli anni in seguito a colloqui con giovani reduci da quest’esperienza, il suicidio adolescenziale non è quasi mai sintomo di una malattia mentale. E’ comprensibile e trattabile, piuttosto, all’interno delle relazioni significative dell’adolescente: l’intervento non può, quindi, evitare di coinvolgere, profondamente, tutti gli affetti dipendenti dal soggetto in questione.

La dimensione degli affetti presuppone che vi sia una comunicazione corrispondente all’aspetto viscerale del quotidiano.  Un giorno, una madre mi dichiarò che, a volte,  si ritaglia momenti dedicati all’osservazione del proprio figlio. Le pause, i silenzi e le azioni, che si manifestano in queste occasioni, sono informazioni importanti, ancor puù delle parole.

Tendenzialmente,  la comunicazione ricorrente con un’adolescente e, ahimè non solo, è di natura interrogatoria. Tipo: ” Com’è andata a scuola?” “Cos’hai fatto a calcio?”, “Con chi sei andata al cinema?” etc. etc.

E’ difficile evitare questo modo di porsi, perchè,  in questa in fascia d’età, sono frequenti i “silenzi” in famiglia. La tentazione è quella di romperli con domande che, diciamocela tutta, sono sempre quelle.
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La proposta, invece, è quella di rompere quel pudore che caratterizza il rapporto genitori e figli, uscire in avanscoperta, raccontare una verità che corrisponda al loro modo di vivere la vita. E come? Raccontando anche di cose “proibite”. Perchè, nonostante i tempi siano cambiati, alcune  cose,  sono ricorrenti: il sesso, il fumo, i primi amori, i primi tradimenti, le lotte politiche e quelle di fede etc. etc.

Così facendo, l’adolescente sensibile si sentirà, se non altro, un pò meno solo.  Nel bene e nel male, quando ci si riconosce in un’esperienza, il tiro s’allenta e il peso si riduce.
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E se dovesse rimanere ancora un briciolo di curiosità, avvicinatevi a quel “vorrei k quest album avrebbe piu targ ♥ xk e bello secondo me fa sapere a una migliore amica k la migliore oppure k una persona e speciale ♥”: perchè  ci sono più cose in facebook e in twitter, genitore, di quante ne sogni la tua filosofia!

Barbara Gaiardoni

 

Pubblicato da barbaragaiardoni

Barbara Gaiardoni nasce a Verona il 15 febbraio 1967. Lavora dall’età di 18 anni: inizia come istruttrice di nuoto. Nel contempo, consegue il diploma al Conservatorio di Musicale statale di Vicenza e, dopo aver collaborato come violinista di fila con orchestre giovanili e sinfoniche, termina la sua carriera musicale all’età di 30 anni, per entrare a pieno titolo nell’impresa di famiglia. Nel 2000 riprende gli studi scolastici e formativi, interrotti in età adolescenziale da una bocciatura in II liceo: si concludono con un diploma di Dirigente di comunità e due lauree presso l’Università degli Studi di Verona; una triennale in Scienze dell’educazione e della Formazione e l’altra specialistica in Scienze pedagogiche. Nel 2004 lavora come educatrice professionale nell’ambito psichiatrico e delle patologie dell’invecchiamento; quest’ultimo la vede anche nel ruolo di pedagogista e counselor per le famiglie dei soggetti affetti da demenza di tipo Alzheimer. Successivamente si perfeziona con un tirocinio professionale nell’ambito socio-educativo: esperienza che sfocerà nella progettazione pedagogica. La scrittura in tutte le sue sfaccettature e forme resta il suo strumento prediletto per l’efficacia sia in ambito professionale sia in quello dell’auto formazione. Ha pubblicato 3 libri e un racconto breve. Ha collaborato con riviste di settore e con magazine culturali online. La scrittura diaristica si concretizza nella stesura di 15 diari di bordo utilizzati negli ambiti professionali suddetti. Il suo mantra? Non esistono ostacoli, ma sfide.