LA BARCA DI SS. PIETRO E PAOLO

Image and video hosting by TinyPic Tramandare le tradizioni è educativo?

Quella del 29 giugno è una tradizione non solo veneta (per esempio viene praticata anche in Sardegna): le informazioni sul significato le troverete con facilità sul web.

Interessa riflettere se tramandarla o meno possa interessare a chi fa educazione.

Ogni forma, che riporta alle radici della nostra terra e della famiglia a cui siamo appartenuti, può essere motivo di comprensione e  di senso di ciò che siamo oggi.

I riti della tradizione riportano ad una dimensione, quella dell’infanzia, che racconta di noi e di come eravamo. Riportarla nel presente può portare un sorriso nelle nostre case e  anche in quelle di altri. Può indurre a cercare assieme delle risposte per capire i significati di questo rito. E’ un modo diverso per stare assieme con i propri affetti, con i conoscenti, con i “vecchi”. i  “giovani” e i bambini. Fa sorridere, fa sognare (quasi) tutti. Non solo! Ma se l’albume è servito per fare la “barca”, il tuorlo può essere utilizzato per fare dell’altro: un budino al caffè con crema alla nocciola? 🙂
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Più educativo di così!!! Provate per sorridere e crederci.

Barbara Gaiardoni

Ps: cliccate qui sotto e troverete la “barca” del 2013

http://barbaragaiardoni.altervista.org/blog/nella-notte-magica-il-veliero-di-s-pietro/

 

Pubblicato da barbaragaiardoni

Barbara Gaiardoni nasce a Verona il 15 febbraio 1967. Lavora dall’età di 18 anni: inizia come istruttrice di nuoto. Nel contempo, consegue il diploma al Conservatorio di Musicale statale di Vicenza e, dopo aver collaborato come violinista di fila con orchestre giovanili e sinfoniche, termina la sua carriera musicale all’età di 30 anni, per entrare a pieno titolo nell’impresa di famiglia. Nel 2000 riprende gli studi scolastici e formativi, interrotti in età adolescenziale da una bocciatura in II liceo: si concludono con un diploma di Dirigente di comunità e due lauree presso l’Università degli Studi di Verona; una triennale in Scienze dell’educazione e della Formazione e l’altra specialistica in Scienze pedagogiche. Nel 2004 lavora come educatrice professionale nell’ambito psichiatrico e delle patologie dell’invecchiamento; quest’ultimo la vede anche nel ruolo di pedagogista e counselor per le famiglie dei soggetti affetti da demenza di tipo Alzheimer. Successivamente si perfeziona con un tirocinio professionale nell’ambito socio-educativo: esperienza che sfocerà nella progettazione pedagogica. La scrittura in tutte le sue sfaccettature e forme resta il suo strumento prediletto per l’efficacia sia in ambito professionale sia in quello dell’auto formazione. Ha pubblicato 3 libri e un racconto breve. Ha collaborato con riviste di settore e con magazine culturali online. La scrittura diaristica si concretizza nella stesura di 15 diari di bordo utilizzati negli ambiti professionali suddetti. Il suo mantra? Non esistono ostacoli, ma sfide.

Una risposta a “LA BARCA DI SS. PIETRO E PAOLO”

  1. Luigi mi ha spedito questa curiosa leggenda!!! Grazie

    La leggenda della Barchetta di San Pietro:

    La mamma di San Pietro a causa di certi peccati finì all’inferno. Tutti allora deridevano il santo perché, pur avendo le chiavi del paradiso, non aveva salvato l’anima della madre. San Pietro, mortificato, presentò il suo caso al Signore che gli permise di far uscire la povera donna dalle pene dell’inferno. Quando però arrivarono schiere di angeli e arcangeli per tirarla fuori, tutti i condannati che erano all’inferno con lei si attaccarono ai suoi vestiti per poter andare insieme in paradiso. Ma la vecchia madre si strappava di dosso anche i vestiti perché voleva solamente per sé la gloria del cielo. Vista questa assenza d’amore per gli altri, San Pietro si rassegnò a lasciarla dov’era. Tutti i temporali vicini alla festa di san Pietro (29 giugno) sono provocati dalle anime dei dannati che ricadendo nell’inferno mandano sulla terra lampi di fuoco e tuoni spaventosi. E i nuvoloni più scuri altro non sono che i vestiti della vecchia egoista

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