Le difficoltà a scuola, che si possono manifestare in differenti modi, “raccontano” di un disagio da prendere in considerazione.
Come e cosa fare?
- Primo: prendere consapevolezza che la responsabilità non è solo dell’alunno, ma di tutte le agenzie e istituzioni educative coinvolte: mi riferisco all’apparato politico, all’istituto scolastico di appartenenza, alla famiglia e a tutte quelle realtà del tempo libero (sport, parrocchia, gruppo di amici, passioni artistiche e culturali). L’intervento di comprensione e di risoluzione del problema deve essere fatto, quindi, a più teste, a più mani e a più voci. Tutti siamo a chiamati ad intervenire!
- Secondo: fare rete sia per creare un gruppo di lavoro (costituzione di un’equipe multidisciplinare esperta nei processi d’apprendimento ed educativi) che si faccia carico del problema per allacciarsi ad altri contesti toccati, anch’essi, da problematiche simili;
- Terzo: condivisione delle problematiche con il contesto politico, universitario, imprenditoriale. La riflessione, la ricerca e i contributi economici sono dei buoni sostenitori e amplificatori sociali e culturali.
Il disagio scolastico deve essere, necessariamente, accompagnato. Gli adulti interessati si dovrebbero comportare come quel buon camminatore, che si preoccupa non solo di se stesso e del proprio percorso, ma anche dei compagni di viaggio provati, in seguito agli intralci, dalla stanchezza e dallo scoraggiamento.
Dare una mano, con metodo, sapienza, intelligenza e tenerezza, è fondamentale, per educare uomini e donne, il cui studio e formazione, se affrontati serenamente e non disagiatamente, diventeranno strumenti di pensiero/azione e di libertà.
Barbara Gaiardoni