VIOLENZA È… USARE L’ESSERE UMANO

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Usare è un termine generico per dire l’utilizzo degli oggetti, degli strumenti, degli utensili di cui ogni umano fa uso e consumo: a volte abuso. Ma usare si rivolge, in modo improprio, anche alle persone. Accade quando non si trattano come l’altro che ti sta di fronte, ma come un oggetto inanimato di cui non c’importa chi sia, ma solo cosa valga e quanto “costi”. Vale, quindi, chi mostra al meglio ciò che ha e non ciò che è. I mezzi di comunicazione, soprattutto quelli che utilizzano l’immagine e la vista come “sensi” privilegiati, fanno la loro parte. Chi appare, più compare: così si diventa famosi su alcuni rotocalchi televisivi e non.
L’essere umano che diventa strumento usa e getta; non è, forse, violenza questa? Altroché se lo è! È un uso improprio di un tuo simile che diventa un mezzo per arrivare dall’altra parte del ponte.
Questa è una questione su cui dovremmo riflettere tutti. Perché tutti, in un modo o nell’altro, ne siamo responsabili. Perché a ciò c’è una soluzione: dall’altra parte del ponte, infatti, ci si può arrivare senza strumentalizzare nessuno. Magari facendo più fatica, ma senza abusare di un’umanità che necessita, invece, di grazia. L’altro, infatti, deve essere rispettato nella sua natura e nel suo valore di essere umano: non può diventare un oggetto di consumo asservito ai nostri fini.
Riflettere se siamo stati autori e/o vittime di questa violenza, necessita di domande precise (“Lo abbiamo fatto?”, ” Quando e quante volte?”, “Dove?”, “Con chi”?), a cui dobbiamo una risposta: ce lo dobbiamo in quanto individui portatori, portatrici di un pensiero/azione che, per operare grandi cambiamenti, necessita di onestà, quella che s’interroga a partire dal “piccolo”, a partire da sè.

Maria Giovanna Farina e Barbara Gaiardoni

Pubblicato da barbaragaiardoni

Barbara Gaiardoni nasce a Verona il 15 febbraio 1967. Lavora dall’età di 18 anni: inizia come istruttrice di nuoto. Nel contempo, consegue il diploma al Conservatorio di Musicale statale di Vicenza e, dopo aver collaborato come violinista di fila con orchestre giovanili e sinfoniche, termina la sua carriera musicale all’età di 30 anni, per entrare a pieno titolo nell’impresa di famiglia. Nel 2000 riprende gli studi scolastici e formativi, interrotti in età adolescenziale da una bocciatura in II liceo: si concludono con un diploma di Dirigente di comunità e due lauree presso l’Università degli Studi di Verona; una triennale in Scienze dell’educazione e della Formazione e l’altra specialistica in Scienze pedagogiche. Nel 2004 lavora come educatrice professionale nell’ambito psichiatrico e delle patologie dell’invecchiamento; quest’ultimo la vede anche nel ruolo di pedagogista e counselor per le famiglie dei soggetti affetti da demenza di tipo Alzheimer. Successivamente si perfeziona con un tirocinio professionale nell’ambito socio-educativo: esperienza che sfocerà nella progettazione pedagogica. La scrittura in tutte le sue sfaccettature e forme resta il suo strumento prediletto per l’efficacia sia in ambito professionale sia in quello dell’auto formazione. Ha pubblicato 3 libri e un racconto breve. Ha collaborato con riviste di settore e con magazine culturali online. La scrittura diaristica si concretizza nella stesura di 15 diari di bordo utilizzati negli ambiti professionali suddetti. Il suo mantra? Non esistono ostacoli, ma sfide.