E’ magica, appare ogni anno con la stessa verve di sempre. Giocattoli e dolci per tutti. E quando dico tutti vuol dire davvero tutti, “vecchi” compresi.
Pur appartenendo ai ricordi, rivive nel presente. E lo fa prendendoci per la gola.
Prima di coricarmi, quando ero piccola, ci tenevo a preparare il bicchiere di vino, la fetta di polenta per il castaldo e l’erba per l’asinello. Alla Santa, invece, lasciavo le richieste, i miei sogni di bambina.
Ma l’aspetto elettrizzante era il risveglio. Il “piatto” restava sempre il mio preferito. Fruttini di marzapane, cioccolato e mandorlato mi lustravano gli occhi. I “soldini” erano i più attraenti, ma i meno buoni. Le pastafrolle di mia madre erano, invece, scontate.
Adesso che il tempo è passato, apprezzo più “farla” che riceverla. E quello che ieri era “scontato”, oggi invece non lo è più. Perché Santa Lucia è anche questo: inverte le parti, capovolge gli eventi, rinverdisce la memoria senza però togliere niente a nessuno.
Barbara Gaiardoni