“Precious” e la scuola come spazio pedagogico

“E’ la prima volta che parlo a scuola”.
“E come ti senti?”
“Mi sento qui”.
Image and video hosting by TinyPic E’ uno dei tanti dialoghi fra Precious, una provata sedicenne protagonista del film omonimo datato da vedere/rivedere, e l’insegnante Miss Rain della scuola  “alternativa” frequentata dalla minorenne perchè cacciata da quella “normale”.

E’ un film consigliato ai sognatori, alle sognatrici che credono in una (im)possibilità di scuola differente, quella frequentata da pochi, perchè di pochi,  gli (s)fortunati.

Colpisce l’attenzione per il dialogo e per la scrittura, la didattica all’inizio passa in secondo piano, perchè è vincente quel procedere per affascinazione, possibile attraverso il prendersi cura dell’umano, delle sue fiabe, dei suoi dolori, di ciò che urge, preoccupa e che a volte fa sorridere.

La scrittura è quella terra terra, che dà precedenza alla narrazione schietta,  tragicamente aderente al quotidiano e ai sogni mancati e a quelli futuri.  Perchè, in quei vissuti non c’è tempo per altro, se non per quel darsi da fare per non morire e per esserci, appunto,  anche attraverso le parole dette e scritte.

Ed è grazie a queste relazioni forti che Precious potrà rinascere, e con lei tutte le altre spigliate allieve della classe.  Quel clima favorirà un’alleanza tra insegnante egruppo delle pari, l’inizio di un’amicizia che aiuterà Precious ad affrontare  quel cambiamento necessario per ritrovare la propria dignità di donna, di figlia e di madre.

“Precious” è un esempio di come la scuola abbia bisogno della pedagogia, la sola che può creare uno spazio educativo mirato a “tirar fuori” il meglio e il peggio di chi si appresta ad affrontare l’arte in salita dell’apprendere.

Barbara Gaiardoni




 

 

 

Pubblicato da barbaragaiardoni

Barbara Gaiardoni nasce a Verona il 15 febbraio 1967. Lavora dall’età di 18 anni: inizia come istruttrice di nuoto. Nel contempo, consegue il diploma al Conservatorio di Musicale statale di Vicenza e, dopo aver collaborato come violinista di fila con orchestre giovanili e sinfoniche, termina la sua carriera musicale all’età di 30 anni, per entrare a pieno titolo nell’impresa di famiglia. Nel 2000 riprende gli studi scolastici e formativi, interrotti in età adolescenziale da una bocciatura in II liceo: si concludono con un diploma di Dirigente di comunità e due lauree presso l’Università degli Studi di Verona; una triennale in Scienze dell’educazione e della Formazione e l’altra specialistica in Scienze pedagogiche. Nel 2004 lavora come educatrice professionale nell’ambito psichiatrico e delle patologie dell’invecchiamento; quest’ultimo la vede anche nel ruolo di pedagogista e counselor per le famiglie dei soggetti affetti da demenza di tipo Alzheimer. Successivamente si perfeziona con un tirocinio professionale nell’ambito socio-educativo: esperienza che sfocerà nella progettazione pedagogica. La scrittura in tutte le sue sfaccettature e forme resta il suo strumento prediletto per l’efficacia sia in ambito professionale sia in quello dell’auto formazione. Ha pubblicato 3 libri e un racconto breve. Ha collaborato con riviste di settore e con magazine culturali online. La scrittura diaristica si concretizza nella stesura di 15 diari di bordo utilizzati negli ambiti professionali suddetti. Il suo mantra? Non esistono ostacoli, ma sfide.