OZIO…MON AMOUR!

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Il tempo dell’ozio non è quello dell’impigrirsi. Ha a che fare con il dedicarsi a sé, non nella forma egoistica del farsi ciascuno gli affari propri.

È, infatti, il momento della condivisione, il tempo e lo spazio delle relazioni. Ci si libera dall’interesse immediato, per ritrovarsi e arrivare alla consapevolezza di essere umani, fatti da e per la Terra. È un diritto che ciascuno di noi, a qualsiasi età, si deve concedere.

Quello degli antichi era caratterizzato dallo studio e soprattutto da quello disinteressato: non funzionale ai risultati immediati. Era anche contemplazione, per rivivere un frammento di storia, un breve respiro nella vita della terra o un libero spazio per l’intimità.

Oggi come viene vissuto, per esempio, dai bambini/e e dai ragazzi/e, che sono in vacanza dalla scuola? Esiste il desiderio di ritrovarsi?

Si dice che gli schermi video abbiano la meglio rispetto ad un buon cinema (adesso anche all’aperto!) o ad una passeggiata a piedi, in bicicletta, con i roller o con uno skateboard. Si dice che le reti virtuali siano le più gettonate rispetto a quelle amicali.

Si dice, si dice si dice… ma noi adulti cosa facciamo? “È sempre davanti al computer!”, lamentano i grandi. “Voi, no?” verrebbe da chiedere.

Tempi prosciugati da un lavoro ingombrante/stressante oppure spazi monopolizzati da contatti virtuali riducono, anche e soprattutto, i “grandi” a forsennati fruitori di pc e dintorni.

Ma il tempo dell’ozio non colma né vuoti, né frustrazioni. Piuttosto, è il tempo del riposo, del respiro e del sorriso, a ridosso degli affetti.

Barbara Gaiardoni

Pubblicato da barbaragaiardoni

Barbara Gaiardoni nasce a Verona il 15 febbraio 1967. Lavora dall’età di 18 anni: inizia come istruttrice di nuoto. Nel contempo, consegue il diploma al Conservatorio di Musicale statale di Vicenza e, dopo aver collaborato come violinista di fila con orchestre giovanili e sinfoniche, termina la sua carriera musicale all’età di 30 anni, per entrare a pieno titolo nell’impresa di famiglia. Nel 2000 riprende gli studi scolastici e formativi, interrotti in età adolescenziale da una bocciatura in II liceo: si concludono con un diploma di Dirigente di comunità e due lauree presso l’Università degli Studi di Verona; una triennale in Scienze dell’educazione e della Formazione e l’altra specialistica in Scienze pedagogiche. Nel 2004 lavora come educatrice professionale nell’ambito psichiatrico e delle patologie dell’invecchiamento; quest’ultimo la vede anche nel ruolo di pedagogista e counselor per le famiglie dei soggetti affetti da demenza di tipo Alzheimer. Successivamente si perfeziona con un tirocinio professionale nell’ambito socio-educativo: esperienza che sfocerà nella progettazione pedagogica. La scrittura in tutte le sue sfaccettature e forme resta il suo strumento prediletto per l’efficacia sia in ambito professionale sia in quello dell’auto formazione. Ha pubblicato 3 libri e un racconto breve. Ha collaborato con riviste di settore e con magazine culturali online. La scrittura diaristica si concretizza nella stesura di 15 diari di bordo utilizzati negli ambiti professionali suddetti. Il suo mantra? Non esistono ostacoli, ma sfide.