Nuda sotto la doccia in presenza di un bambino: è giusto o sbagliato?

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E’ una domanda rivoltami da una donna di mezza età, che frequenta una piscina.

Non c’è il giusto e lo sbagliato: c’è un contesto che, in questo caso, va analizzato nei particolari.  Mi si racconta che il bambino ha circa 9 anni e che, assieme a lui, c’è una bambina e una donna adulta, che li accompagna.

L’età del bambino conta, perchè in base a quella vi è una maturità sessuale che cambia, come cambiano le esperienze in famiglia e quelle con il mondo esterno.  In questo caso, l’età induce, inevitabilmente, ad una forma di curiosità tipica di chi inizia un’esplorazione sia rispetto il proprio corpo sia rispetto quello dell’altro, entrambi parzialmente conosciuti. Lo sguardo e i movimenti del bambino sono un elemento importante per capire gli effetti della nudità su di lui.  Il suo modo di guardare, inevitabilmente, comunica cose che si riflettono su di noi. La direzione degli sguardi, la postura e i movimenti del corpo sono buoni indicatori per misurare, di ciascuno, il proprio comportamento. La fissità dello sguardo e la frontalità del corpo del bambino rispetto a quello dell’altro, per esempio, sono indice di apertura,  di un desiderio di conoscenza.  Sta a noi capire gli effetti avvertiti e, soprattutto, quale ruolo assumervi. In quanto sconosciuti, alcuni potrebbero avvertire imbarazzo; altri, mossi da intenzioni e appartenenze culturali differenti, no.

E voi cosa ne pensate?

Barbara Gaiardoni

 

 

Pubblicato da barbaragaiardoni

Barbara Gaiardoni nasce a Verona il 15 febbraio 1967. Lavora dall’età di 18 anni: inizia come istruttrice di nuoto. Nel contempo, consegue il diploma al Conservatorio di Musicale statale di Vicenza e, dopo aver collaborato come violinista di fila con orchestre giovanili e sinfoniche, termina la sua carriera musicale all’età di 30 anni, per entrare a pieno titolo nell’impresa di famiglia. Nel 2000 riprende gli studi scolastici e formativi, interrotti in età adolescenziale da una bocciatura in II liceo: si concludono con un diploma di Dirigente di comunità e due lauree presso l’Università degli Studi di Verona; una triennale in Scienze dell’educazione e della Formazione e l’altra specialistica in Scienze pedagogiche. Nel 2004 lavora come educatrice professionale nell’ambito psichiatrico e delle patologie dell’invecchiamento; quest’ultimo la vede anche nel ruolo di pedagogista e counselor per le famiglie dei soggetti affetti da demenza di tipo Alzheimer. Successivamente si perfeziona con un tirocinio professionale nell’ambito socio-educativo: esperienza che sfocerà nella progettazione pedagogica. La scrittura in tutte le sue sfaccettature e forme resta il suo strumento prediletto per l’efficacia sia in ambito professionale sia in quello dell’auto formazione. Ha pubblicato 3 libri e un racconto breve. Ha collaborato con riviste di settore e con magazine culturali online. La scrittura diaristica si concretizza nella stesura di 15 diari di bordo utilizzati negli ambiti professionali suddetti. Il suo mantra? Non esistono ostacoli, ma sfide.