E’ una domanda rivoltami da una donna di mezza età, che frequenta una piscina.
Non c’è il giusto e lo sbagliato: c’è un contesto che, in questo caso, va analizzato nei particolari. Mi si racconta che il bambino ha circa 9 anni e che, assieme a lui, c’è una bambina e una donna adulta, che li accompagna.
L’età del bambino conta, perchè in base a quella vi è una maturità sessuale che cambia, come cambiano le esperienze in famiglia e quelle con il mondo esterno. In questo caso, l’età induce, inevitabilmente, ad una forma di curiosità tipica di chi inizia un’esplorazione sia rispetto il proprio corpo sia rispetto quello dell’altro, entrambi parzialmente conosciuti. Lo sguardo e i movimenti del bambino sono un elemento importante per capire gli effetti della nudità su di lui. Il suo modo di guardare, inevitabilmente, comunica cose che si riflettono su di noi. La direzione degli sguardi, la postura e i movimenti del corpo sono buoni indicatori per misurare, di ciascuno, il proprio comportamento. La fissità dello sguardo e la frontalità del corpo del bambino rispetto a quello dell’altro, per esempio, sono indice di apertura, di un desiderio di conoscenza. Sta a noi capire gli effetti avvertiti e, soprattutto, quale ruolo assumervi. In quanto sconosciuti, alcuni potrebbero avvertire imbarazzo; altri, mossi da intenzioni e appartenenze culturali differenti, no.
E voi cosa ne pensate?
Barbara Gaiardoni