“Fatti li cazzi tua”, fatti Buon Anno!

Image and video hosting by TinyPic

“Fatti li cazzi tua” di Razzi-Crozza è un’imitazione “adorabile”, che tira su e che poi, ahimè, stende. E l’abbattimento non è causato solo dalla preoccupazione giustificata nei confronti dell’andazzo della classe politica italiana, ma da una presa di consapevolezza di quanto questo modo di vivere tocchi tanti.

“Fatti li cazzi tua” è una voce sottile.E’ appunto, come recita Crozza davanti ad una telecamera nascosta, una frase appena sussurrata.  Un modo di dire che incombe soprattutto quando pensieri e azioni prendono tutt’altra direzione, quando inevitabili domande cercano risposte nella sfera del bene comune.

E’ pura follia remargli contro! Depositi in banca e lustro personale avrebbero la peggio.

E’ da “vincenti”, invece, pensarla così. Certo! Ci vuole coraggio per salire all’ultimo momento sul carro del “vincitore”,  come serve altrettanta furbizia per non provare disgusto nel guardarsi allo specchio.

“Fatti li cazzi tua” è quel fare per sè in tutto, a discapito di tutti, senza mezzi termini, senza mezze parole. E’ una bassezza gratuita, non è di certo un augurio; un “fai da te” per onanisti senza scrupoli, senza terra, senza cuore.

Barbara Gaiardoni




 

 

 

 

 

 

Pubblicato da barbaragaiardoni

Barbara Gaiardoni nasce a Verona il 15 febbraio 1967. Lavora dall’età di 18 anni: inizia come istruttrice di nuoto. Nel contempo, consegue il diploma al Conservatorio di Musicale statale di Vicenza e, dopo aver collaborato come violinista di fila con orchestre giovanili e sinfoniche, termina la sua carriera musicale all’età di 30 anni, per entrare a pieno titolo nell’impresa di famiglia. Nel 2000 riprende gli studi scolastici e formativi, interrotti in età adolescenziale da una bocciatura in II liceo: si concludono con un diploma di Dirigente di comunità e due lauree presso l’Università degli Studi di Verona; una triennale in Scienze dell’educazione e della Formazione e l’altra specialistica in Scienze pedagogiche. Nel 2004 lavora come educatrice professionale nell’ambito psichiatrico e delle patologie dell’invecchiamento; quest’ultimo la vede anche nel ruolo di pedagogista e counselor per le famiglie dei soggetti affetti da demenza di tipo Alzheimer. Successivamente si perfeziona con un tirocinio professionale nell’ambito socio-educativo: esperienza che sfocerà nella progettazione pedagogica. La scrittura in tutte le sue sfaccettature e forme resta il suo strumento prediletto per l’efficacia sia in ambito professionale sia in quello dell’auto formazione. Ha pubblicato 3 libri e un racconto breve. Ha collaborato con riviste di settore e con magazine culturali online. La scrittura diaristica si concretizza nella stesura di 15 diari di bordo utilizzati negli ambiti professionali suddetti. Il suo mantra? Non esistono ostacoli, ma sfide.