Il nostro non è solo un incontro virtuale, ma uno scambio di passioni, quello per la propria professione e per la scrittura. Ardori coronati da un dono: due libri che arrivano per posta, entrambi scritti da Ernestina Garofalo, donna, figlia, moglie, madre, maestra elementare, direttrice e dirigente scolatica.
“C’era una volta…Una donna piccola piccola” (Europa Edizioni, 2014) e “Il cielo e la strada-Poesie” (Magi Editore 2014) arrivano dall’Alto, l’unico che può nutrire quella terra di mezzo dove uomini e donne riescono ad abbattere ogni confine.
Il “C’era una volta…Una donna piccola piccola” di Ernestina è un titolo, ma è anche l’inizio di una “lunga favola che narra la storia di una bambina che, senza essere nè Cenerentola nè Biancaneve, ha vissuto un’analoga vita ricca di avventure”, di esperienze umane e professionali. La scuola, l’insegnamento, la “dirigenza” sono la triade perfetta che fanno di Ernestina una donna dedita alla scuola e alla didattica, atti di umanità e di fede nei confronti di un’esistenza all’insegna della lotta, combattuta con professionalità e con il cuore.
Il “C’era una volta…Una donna piccola piccola” non è solo un libro sulla scuola, ma è anche uno strumento pedagogico attraverso il quale Ernestina fa “autoanalisi”, quella che libera da sofferenze infantili e da un presente, quello della quarta età che richiede un cambiamento. Infatti, Ernestina ce la fa: rispetto al procedere imperterrito della vita riesce a dare un senso e lo fa grazie alla scrittura, nuova compagna di viaggio. E’ uno scrivere che si dedica anche alla poesia: “Il cielo e la strada” è una delle sue pubblicazioni che raccoglie un dire poetico aderente ad un vissuto personale e a figure vicine come quella del padre, della madre e del pescatore. A ciò si aggiungono altre passioni: quella per l’ “8 marzo” e per la natura intelligente, quellla de “L’aragosta e il baccalà” (scritta rigorosamente in dialetto cosentino). Parole veraci, frasi passionali, valori umani , gesti d’amore abitano con fermezza i testi di Ernestina.
La sua “presenza” mi ha ammaliata, le due dediche scritte di suo pugno mi hanno disarcionata. Ma ciò che mi fa sentire ancor più vicina a lei è la sua voglia di vivere e di fare parte di una buona comunicazione, costi quel che costi, con ogni mezzo anche con i più criticati: con Facebook prima, con “Twitter” di recente; così scrive con orgoglio, così si dona nonostante tutto.
Grazie Ernestina 🙂
Barbara Gaiardoni