“Chi ha paura di domandare si vergogna d’imparare”

E’ il proverbio di marzo, quello del mese che toglie i mali dalle spese.

Non è facile domandare, perchè ci si espone in prima persona e soprattutto perchè per farlo bisogna sapere e saperlo fare.

Per riconoscere il proprio interlocutore è importante intuire se l’oggetto delle domanda è d’interesse e sapere comune: per esempio, domandare l’indicazione stradale ad un turista, si rischia di non ottenere il risultato sperato. Una selezione iniziale, prima di esporsi, evita passi falsi già in partenza.

Ma la paura di domandare richiama anche ad altri aspetti: il timore, per esempio, di una risposta inaspettata, come potrebbe essere un rifiuto. Domandare perdono a chi abbiamo fatto del male non è cosa semplice, perchè le incertezze hanno la meglio. La paura di essere rifiutati, aggrediti, screditati è soprattutto: e se anche fosse? Da quest’esperienza, come dice il proverbio, non impareremmo per esempio ad incassare il colpo e a rialzarci?

Domandare un lavoro, domandare ad un lui/lei di uscire a cena o di fare una passeggiata, domandare di essere interrogati a scuola etc. etc sono atti caratterizzati da un comune denominatore: la paura di essere rifiutati. Potrebbe però accadere anche il contario o no?

Una donna amata mi diceva sempre: “Vergognati di fare il male, non di domandare”.

Barbara Gaiardoni




 

Pubblicato da barbaragaiardoni

Barbara Gaiardoni nasce a Verona il 15 febbraio 1967. Lavora dall’età di 18 anni: inizia come istruttrice di nuoto. Nel contempo, consegue il diploma al Conservatorio di Musicale statale di Vicenza e, dopo aver collaborato come violinista di fila con orchestre giovanili e sinfoniche, termina la sua carriera musicale all’età di 30 anni, per entrare a pieno titolo nell’impresa di famiglia. Nel 2000 riprende gli studi scolastici e formativi, interrotti in età adolescenziale da una bocciatura in II liceo: si concludono con un diploma di Dirigente di comunità e due lauree presso l’Università degli Studi di Verona; una triennale in Scienze dell’educazione e della Formazione e l’altra specialistica in Scienze pedagogiche. Nel 2004 lavora come educatrice professionale nell’ambito psichiatrico e delle patologie dell’invecchiamento; quest’ultimo la vede anche nel ruolo di pedagogista e counselor per le famiglie dei soggetti affetti da demenza di tipo Alzheimer. Successivamente si perfeziona con un tirocinio professionale nell’ambito socio-educativo: esperienza che sfocerà nella progettazione pedagogica. La scrittura in tutte le sue sfaccettature e forme resta il suo strumento prediletto per l’efficacia sia in ambito professionale sia in quello dell’auto formazione. Ha pubblicato 3 libri e un racconto breve. Ha collaborato con riviste di settore e con magazine culturali online. La scrittura diaristica si concretizza nella stesura di 15 diari di bordo utilizzati negli ambiti professionali suddetti. Il suo mantra? Non esistono ostacoli, ma sfide.