“ACQUA PASSATA NON MACINA PIÙ”

…proprio come quella del mulino, la cui ruota si muove solo grazie all’acqua corrente.  Questo proverbio è una metafora che invita, nella quotidianità, a riflettere e a fare con quel che si è e si ha nel momento in cui ci si dà ad un’impresa.

E’ sicuro che, dal passato, si attinge per non commettere, per esempio, gli stessi errori oppure per fare tesoro d’esperienze che possono far parte di un bagaglio di conoscenze acquisite. Ma ciò che conta, è sapere che il passato non può essere motivo nè di esempio nè di creatività, almeno che non si riesca a riadattare pensieri e azione al contesto presente, a cui ci si riferisce.

Ciò che produce e ciò che crea necessitano del nuovo che, per definizione, possiede una forza propulsiva, energia indispensabile alla crescita.

Questo proverbio è un invito rivolto a tutti, soprattutto a quegli adulti che fanno della nostalgia un leit motiv d’intendere la vita. A volte si sente dire “Ah! Quelli sì che erano bei tempi…!” riferendosi, magari, a quelle occasioni in cui la giovinezza la faceva da padrona. E ci credo! Ma la memoria degli affetti è una cosa, la necessità di creare è altra. L’acqua stagnante, di certo, non aiuta quel movimento di produzione che chiama a sè, appunto,  fluido corrente.

Questo proverbio è un inno alla primavera, a quella vita che, non dimentica del “vecchio”, è dotata di una forza propulsiva, tipica di quei circuiti, di quelle circolazioni che lasciano il posto al desiderio di (ri)nascere.

Barbara Gaiardoni

Pubblicato da barbaragaiardoni

Barbara Gaiardoni nasce a Verona il 15 febbraio 1967. Lavora dall’età di 18 anni: inizia come istruttrice di nuoto. Nel contempo, consegue il diploma al Conservatorio di Musicale statale di Vicenza e, dopo aver collaborato come violinista di fila con orchestre giovanili e sinfoniche, termina la sua carriera musicale all’età di 30 anni, per entrare a pieno titolo nell’impresa di famiglia. Nel 2000 riprende gli studi scolastici e formativi, interrotti in età adolescenziale da una bocciatura in II liceo: si concludono con un diploma di Dirigente di comunità e due lauree presso l’Università degli Studi di Verona; una triennale in Scienze dell’educazione e della Formazione e l’altra specialistica in Scienze pedagogiche. Nel 2004 lavora come educatrice professionale nell’ambito psichiatrico e delle patologie dell’invecchiamento; quest’ultimo la vede anche nel ruolo di pedagogista e counselor per le famiglie dei soggetti affetti da demenza di tipo Alzheimer. Successivamente si perfeziona con un tirocinio professionale nell’ambito socio-educativo: esperienza che sfocerà nella progettazione pedagogica. La scrittura in tutte le sue sfaccettature e forme resta il suo strumento prediletto per l’efficacia sia in ambito professionale sia in quello dell’auto formazione. Ha pubblicato 3 libri e un racconto breve. Ha collaborato con riviste di settore e con magazine culturali online. La scrittura diaristica si concretizza nella stesura di 15 diari di bordo utilizzati negli ambiti professionali suddetti. Il suo mantra? Non esistono ostacoli, ma sfide.