Adoro Paul Watzlawick e il suo “librino”, “Istruzioni per rendersi infelici”, da cui ho tratto il titolo di questa riflessione. Ciò che scriverò non è contenuto nel libro, perchè quello va letto, non riassunto.
Le 5 mosse per rendersi infelici:
- L'”Io mi conosco”: ecco! Già da qui puoi iniziare a scavarti la fossa: nessuno si conosce. Tuttalpiù possiamo allenarci a prendere consapevolezza che siamo soggetti al cambiamento a qualsiasi età;
- L'”Io sono” è la seconda mossa per mettere il piedino nella fossa: la conoscenza della nostra identità è parziale, spesso condizionata dalla nostra storia e dalla cultura; pertanto, il ‘”Sono timido”, il “Sono impaziente” etc. etc. sono generalizzazioni e rappresentazioni approssimative;
- L'”Io sono libero” è un altro step a rischio, perchè i condizionamenti sono ovunque e cosa di tutti. E’ cosa ardua immaginarsi senza memoria, ma potrebbe essere una buona strategia per respirare quel certo nonsochè di apparente libertà;
- L'”Io so” è un’altra pedina bell’è pronta per mirare all’infelicità: il sapere non inteso come istruzione ma come, per esempio, il rispettare delle abitudini: per esempio, sapere che la domenica è il giorno per stare in famiglia, perchè, invece, che non possa essere per una camminata in solitudine, in un luogo mai visto? Perchè non pensare che, come diceva il mitico Forrest, “la vita è come una scatola di cioccolatini
, non sai mai quello che ti capita?” 🙂 - …e questa trovatela voi 😉
Barbara Gaiardoni