Ciò che segue non è tutta farina del mio sacco. È, in parte, una trascrizione realizzata durante un incontro pubblico con Don Antonio Mazzi, in occasione dell’inaugurazione della “Scuola per genitori” a Verona. www.prospettivafamiglia.it
Un rinforzo, un inno agli educatori e alla Pedagogia, un omaggio all’educazione che affianca, con professionalità, l’esistenza di chi è in continua trasformazione.
L’adolescenza è una seconda nascita: la prima avviene dal ventre materno, la terza è quando ci s’innamora. L’adolescenza è il tempo dei desideri, dell’infinito, dell’immortalità. L’adolescente è il futuro: è avanti.
L’adolescente necessita, più di qualunque altro, di una presa in carico, compito rivolto, soprattutto, alla figura paterna. Se alla madre, infatti, compete la cura nella prima infanzia, al padre si chiede, invece, di affiancare il figlio/a nell’esplorazione e nella comprensione di un contesto non più protetto. L’adolescenza, quindi, non può essere interpretata come un capitolo successivo a quello dell’infanzia, perché è tutt’altra storia. Il corpo adolescenziale si trasforma: con esso emerge una sessualità che si esprime con i pari. I primi amori non si manifestano solo attraverso il sesso. Entrano in gioco anche i sentimenti, che fanno dell’adolescente un protagonista di relazioni importanti, esterne a quelle familiari.
L’adulto di riferimento, a maggior ragione, si dovrebbe impegnare ad assumere una funzione di guida: con l’esempio e non con prediche, dovrebbe mostrare le cose del mondo, saper affiancare le sconfitte e gioire delle vittorie. Dovrebbe comunicare che la vita non è un cartone animato: le cose belle, infatti, si conquistano con fatica, con pazienza.
L’adolescenza è la primavera. E i frutti? Beh… quelli dipendono anche dall’albero.
Barbara Gaiardoni
“Barbara, sei mitica” (commento pubblicato dalla Fontana Di Avesa su Facebook ,19/01/2013)