“A un buon soldato ogni arma va bene”: è il proverbio del mese, scritto a 4 mani con Carlo Scattolini, imprenditore, scrittore di “Bon ton in giallo“, appassionato di storia, di storie.
Il significato, quello lampante, è che un buon soldato sa utilizzare ogni cosa per farne un arma; approfondendo, però, si possono scoprire altre piccole sfumature.
Ciascuno di noi coltiva un’arte, intesa come capacità riguardante il sapere e la creatività umana. Una persona d’ingegno è capace di farsi valere con qualsiasi cosa abbia a portata di mano: la mente, che controlla le azioni, è una delle componenti utili per raggiungere il massimo risultato con il minimo sforzo. Un mestiere, quindi, diventa edificante se ci sono teste e mani umane, di spirito e di cuore. Le “armi” impiegate sembrerebbero essere un dettaglio; ciò che conta, infatti, è il sapere, nel senso più esteso del termine, del soggetto in azione. Lode, quindi, alla speculazione intellettuale, non fine a se stessa, ma atta alla realizzazione pratica dell’essere, che s’implementa con il saper fare. A ciò si aggiunge anche l’amore per la propria arte: non a caso, al soldato si attribuisce l’aggettivo di buono, perché Amore ha a che fare con bellezza e bontà.
Ci si chiede, però, perché sia stata usata la metafora della guerra e non, per esempio, quella agreste? E’, forse, più facile uccidere che nutrire, creare? Oppure, che si voglia sottolineare la fragilità della vita che, per essere promossa e rispettata, necessita di pochi mezzi, ma “giusti”?
Fatto sta, che il buon soldato è colui che fa dell’impresa un modo per esprimere la propria natura, a scapito di quella tecnologia tendente a ridurre l’individuo come materiale di scarto. Di questo ne siamo certi.
Carlo Scattolini e Barbara Gaiardoni