A CHI APPARTIENE LA GRAVIDANZA?

Image and video hosting by TinyPic I figli, si diceva, sono carne da cannone. Si faceva riferimento, non (solo) ai bambini soldato, ma a tutti coloro “impegnati” nei giochi di potere interni alle famiglie, nelle dinamiche di cause sociali e in quelle relazionali tra il maschile e femminile.

Sulla gravidanza, specie nel primo trimestre,convergono interessi contrastanti: prova ne sono le differenze e i punti di vista contrastanti, su come e cosa fare rispetto l’aborto e la protezione della maternità.

Solo  per il fatto che la gravidanza è un’esperienza di “pancia” e/o di “testa”, porta in sé un’ambivalenza sulla quale è dura fare chiarezza.

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Dare la vita mette in atto una serie di conflitti, che intervengono sia a livello personale sia a livello di coppia: fra questi, quello, per esempio, di desiderare la gravidanza e non il bambino oppure quello della procreazione di un “bambino immaginario” che riflette, ancor prima di essere nato, la proiezione di una progettualità genitoriale.

L’inizio di una gravidanza, inevitabilmente, scatena una tempesta emotiva in entrambe in partner.  Passare dal ruolo di figlio a quello di madre/padre, richiama, infatti, a  una nuova assunzione di responsabilità.   Anche la comprensione del gioco di identificazioni, da parte dei neo genitori nei confronti dei ruoli della famiglia di origine, richiede maturità e coraggio.

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Fatto sta che la gravidanza, come del resto il bambino/a che verrà al mondo, è un atto creativo, dotato, quindi,  sì di “autori”, ma destinato, per essere, alla condivisione e all’espansione.

Famosa è quella frase di Gibran: “Tu puoi dare dimora al loro corpo, non alla loro anima”.Così piace credere. Così, alla domanda iniziale, piace rispondere.

Barbara Gaiardoni

Pubblicato da barbaragaiardoni

Barbara Gaiardoni nasce a Verona il 15 febbraio 1967. Lavora dall’età di 18 anni: inizia come istruttrice di nuoto. Nel contempo, consegue il diploma al Conservatorio di Musicale statale di Vicenza e, dopo aver collaborato come violinista di fila con orchestre giovanili e sinfoniche, termina la sua carriera musicale all’età di 30 anni, per entrare a pieno titolo nell’impresa di famiglia. Nel 2000 riprende gli studi scolastici e formativi, interrotti in età adolescenziale da una bocciatura in II liceo: si concludono con un diploma di Dirigente di comunità e due lauree presso l’Università degli Studi di Verona; una triennale in Scienze dell’educazione e della Formazione e l’altra specialistica in Scienze pedagogiche. Nel 2004 lavora come educatrice professionale nell’ambito psichiatrico e delle patologie dell’invecchiamento; quest’ultimo la vede anche nel ruolo di pedagogista e counselor per le famiglie dei soggetti affetti da demenza di tipo Alzheimer. Successivamente si perfeziona con un tirocinio professionale nell’ambito socio-educativo: esperienza che sfocerà nella progettazione pedagogica. La scrittura in tutte le sue sfaccettature e forme resta il suo strumento prediletto per l’efficacia sia in ambito professionale sia in quello dell’auto formazione. Ha pubblicato 3 libri e un racconto breve. Ha collaborato con riviste di settore e con magazine culturali online. La scrittura diaristica si concretizza nella stesura di 15 diari di bordo utilizzati negli ambiti professionali suddetti. Il suo mantra? Non esistono ostacoli, ma sfide.