“Non è ricco chi possiede ma chi meno ha bisogno”

E’ un tema ancora in voga,  soprattutto in questo periodo, in cui i desideri si confondono con i bisogni e viceversa.

Ma quali sono le caratteristiche del bisogno?
Il bisogno ha un motore che si accende da solo. La sua insoddisfazione fa star male. E’ immediato e appartiene solo alla dimensione soggettiva: la sete passa quando il soggetto beve e non quando vede qualcuno bere.

Quando nasce il problema? Quando il bisogno si confonde con altro che, per alcuni può essere fondante l’esistenza, per tanti altri no. Un esempio: quando il bisogno di mangiare  può essere sodddisfatto solo da un menù servito nell’ hotel  a 5 stelle, beh…ho qualche dubbio si possa parlare di bisogno. Forse si può dire essere un “life style” di chi possiede un certo tipo di ricchezza: uno stile che ha, almeno fra i comuni mortali,  sempre dei costi.

Secondo il proverbio, quindi,  la ricchezza non è  propria di chi possiede mezzi per soddisfare i costi “alti” di un bisogno (se così si può ancor definire!), ma è di chi sa ancora distinguere il superfluo dal necessario.

Barbara Gaiardoni

 

 

Pubblicato da barbaragaiardoni

Barbara Gaiardoni nasce a Verona il 15 febbraio 1967. Lavora dall’età di 18 anni: inizia come istruttrice di nuoto. Nel contempo, consegue il diploma al Conservatorio di Musicale statale di Vicenza e, dopo aver collaborato come violinista di fila con orchestre giovanili e sinfoniche, termina la sua carriera musicale all’età di 30 anni, per entrare a pieno titolo nell’impresa di famiglia. Nel 2000 riprende gli studi scolastici e formativi, interrotti in età adolescenziale da una bocciatura in II liceo: si concludono con un diploma di Dirigente di comunità e due lauree presso l’Università degli Studi di Verona; una triennale in Scienze dell’educazione e della Formazione e l’altra specialistica in Scienze pedagogiche. Nel 2004 lavora come educatrice professionale nell’ambito psichiatrico e delle patologie dell’invecchiamento; quest’ultimo la vede anche nel ruolo di pedagogista e counselor per le famiglie dei soggetti affetti da demenza di tipo Alzheimer. Successivamente si perfeziona con un tirocinio professionale nell’ambito socio-educativo: esperienza che sfocerà nella progettazione pedagogica. La scrittura in tutte le sue sfaccettature e forme resta il suo strumento prediletto per l’efficacia sia in ambito professionale sia in quello dell’auto formazione. Ha pubblicato 3 libri e un racconto breve. Ha collaborato con riviste di settore e con magazine culturali online. La scrittura diaristica si concretizza nella stesura di 15 diari di bordo utilizzati negli ambiti professionali suddetti. Il suo mantra? Non esistono ostacoli, ma sfide.