NON É BELLO CIÓ CHE É BELLO, MA É BELLO CIÓ CHE PIACE

 

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foto by Daniele Mendini

La rubrica “I proverbi del lunedì” ospita Daniele Mendini, fotografo di stima: gli ho chiesto di pensare ad un proverbio che lo rappresentasse e di scriverne assieme.

Ecco qui il risultato della nostra riflessione.

Esiste il bello?  Sì. Ci sono cose indiscutibili, che vanno oltre il gusto personale. Valori assoluti che emozionano tanti: rispondono ad un ordine numerico e di proporzioni.
Il Bello racchiude canoni perfetti; produce quell’armonia, a cui i sensi rispondono con altrettanta puntualità e perfezione. La bellezza e la bontà vanno, però, ricercate e coltivate.Bisogna essere educati in questo senso, per poterne apprezzare le differenze; è un lungo lavoro, giorno dopo giorno.
Il Bello coinvolge le emozioni, quelle che ci fanno sentire in armonia con il mondo esterno.
Accade con una musica, un cibo, un vino, la cui bontà coinvolge, con la stessa armonia, vista, gusto,olfatto e tatto: ingredienti sapienti s’integrano, esaltandosi, per produrre perfezione. Bellezza e bontà sono concetti simili e intersensoriali che, inevitabilmente, producono piacere; ma ce n’è un altro, che può essere procurato dal particolare. Ad alcuni può apparire “brutto”, giustificandolo con un “chi si accontenta gode”. Ma la questione, però, non può risolversi così!
Secondo il proverbio, infatti, esiste un piacere procurato, non tanto dalla bellezza e dalla perfezione universalmente condivise, ma da una relazione, tra soggetti, unica, eccezionale, irripetibile.
Si spiega, perciò, come due compagni possano, dopo una lunga vita assieme, corteggiarsi ed elogiarsi reciprocamente oppure come un piatto scarno, consumato dopo un vissuto di malattia, possa essere goduto, in fase di guarigione, ancor più di una Sachertorte.
Esiste un piacere, perciò, non paragonabile a quello provato al cospetto del Bello e del Buono, ma ad un’esperienza eccezionale, magari isolata, ma pur sempre umana: anzi, umanissima.

Daniele Mendini e Barbara Gaiardoni

Pubblicato da barbaragaiardoni

Barbara Gaiardoni nasce a Verona il 15 febbraio 1967. Lavora dall’età di 18 anni: inizia come istruttrice di nuoto. Nel contempo, consegue il diploma al Conservatorio di Musicale statale di Vicenza e, dopo aver collaborato come violinista di fila con orchestre giovanili e sinfoniche, termina la sua carriera musicale all’età di 30 anni, per entrare a pieno titolo nell’impresa di famiglia. Nel 2000 riprende gli studi scolastici e formativi, interrotti in età adolescenziale da una bocciatura in II liceo: si concludono con un diploma di Dirigente di comunità e due lauree presso l’Università degli Studi di Verona; una triennale in Scienze dell’educazione e della Formazione e l’altra specialistica in Scienze pedagogiche. Nel 2004 lavora come educatrice professionale nell’ambito psichiatrico e delle patologie dell’invecchiamento; quest’ultimo la vede anche nel ruolo di pedagogista e counselor per le famiglie dei soggetti affetti da demenza di tipo Alzheimer. Successivamente si perfeziona con un tirocinio professionale nell’ambito socio-educativo: esperienza che sfocerà nella progettazione pedagogica. La scrittura in tutte le sue sfaccettature e forme resta il suo strumento prediletto per l’efficacia sia in ambito professionale sia in quello dell’auto formazione. Ha pubblicato 3 libri e un racconto breve. Ha collaborato con riviste di settore e con magazine culturali online. La scrittura diaristica si concretizza nella stesura di 15 diari di bordo utilizzati negli ambiti professionali suddetti. Il suo mantra? Non esistono ostacoli, ma sfide.

2 Risposte a “NON É BELLO CIÓ CHE É BELLO, MA É BELLO CIÓ CHE PIACE”

  1. Mi piace questo proverbio, non perché mi consoli del non essere bella, ma perché mi fa ripensare e rileggere sotto una nuova luce qualche esperienza.

    Un’esperienza bellissima può essere stata isolata, mai ripetuta, ma non per questo meno bella e da dimenticare, ecco questo mi è stato appena ispirato dal proverbio.

    1. Quantità e qualità non sempre vanno a braccetto, proprio come hai scritto tu, Ornella.
      Un’esperienza gode di tanti aspetti, la cui combinazione incide sulla piacevolezza o meno del momento.
      E’ buona cosa che questo proverbio abbia portato alla luce sia ricordi e sensazioni “belle” sia la tua riflessione a cui hai dedicato tempo.
      Grazie davvero!!!
      Barbara

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