Ascoltare è un’azione che prevede un sapere che ogni giorno va coltivato. Non è immediato e non è mosso nemmeno dal cuore, con il quale spesso si fanno dei disastri. Ascoltare è un processo che richiede fatica, perchè si rischia di anteporre se stessi, i propri giudizi, la propria esperienza a quella dell’altro.
Quando ascolti:
- Il tuo punto di vista mettilo tra parentesi. I consigli li puoi dare solo se richiesti, diversamente taci;
- Ricerca un linguaggio consonante con quello dell’altro: se una persona ti parla del proprio malessere fagli da eco. “Sto male perchè mia madre sta morendo”, ripeti con un “Stai male vero perchè tua madre sta morendo?”. Il tono compassionevole accompagnato da un punto di domanda creerà un’apertura affinchè il tuo interlocutore prosegua nella comunicazione;
- Ascolta per comprendere non per rispondere: la tua risposta non conta, conta l’accoglienza del vissuto dell’altro;
- Prendi atto di ciò che sai di te e della tua esperienza in merito a quell’esperienza: se non hai compreso e superato alcune cose di te stesso (senso di colpa, senso di vergogna, esperienza del fallimento) come puoi ascoltare i “fattacci” dell’altro?
- Metti a proprio agio l’interlocutore, affinchè possa sentirsi libero di dire tutto ciò che sa e che pensa: solo così si arriverà ad un’intesa necessaria per il superamento del conflitto altrui cosicchè si possa sentirisi dire: “Per fortuna che qualcuno sente cosa sto sentendo io”.
Barbara Gaiardoni