E’ un dolce semplice, ma ricco di sapori che conservano tanti gesti di Anna, mia madre che cucinava per tutta la famiglia e spesso condividendo anche con i vicini.
Anna non ha scritto la ricetta nonostante avesse un proprio ricettario personale: mi ha trasmesso il procedimento e il senso della condivisione facendomi vedere come si preparava e invitandomi a mangiarla assieme. L’ha fatta, l’abbiamo fatta sempre a ocio 🙂 (senza le quantità prestabilite da una ricetta).
Ricordo tutti i passaggi che caratterizzavano la preparazione della potòna. Era un rito, perchè “l’ua da vin” era quella coltivata dal contadino (guai se veniva usata quella da tavola!!!), le uova erano del Fenilon, una contrada di campagna poco lontana da casa nostra. Le bocche, invece, erano di tutti, da quelle dei parenti a quelle dei conoscenti.
Nel prepararla ho rispettato alcuni passaggi. Ringrazio C. per avermi procurato quella proveniente dai vigneti Bertani di Arbizzano (Verona) che mi hanno dato la possibilità di mantenere la tradizione, di cucinarla per la famiglia, gli amici i conoscenti, quegli affetti che Anna non si è fatta mai mancare. Tanto meno io!
Per chi volesse sapere della ricetta, scrivetemi…la cucineremo assieme 🙂
Barbara Gaiardoni
Ps: il commento di Luigi, un vicino di casa, dopo aver assaggiato la torta accompagnata da un grappolo di uva fresca: “Effettuato il test 🙂 Ottima! Brava Barbara. Ottimo anche l’abbinamento con l’uva a parte.
Luigi, un vicino di casa, scrive della potòna che gli faccio assaggiare accompagnata da un grappolo di uva fresca: “Effettuato il test 🙂 Ottima! Brava Barbara. Ottimo anche l’abbinamento con l’uva a parte.” E poi mi dedica 2 foto scattate da lui 🙂 Grazie Luigi!!!
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