Istruzioni per rendersi infelici in 4 mosse…la 5 trovatela voi!

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Adoro Paul Watzlawick e il suo “librino”, “Istruzioni per rendersi infelici”, da cui ho tratto il titolo di questa riflessione. Ciò che scriverò non è contenuto nel libro, perchè quello va letto, non riassunto.
Le 5 mosse per rendersi infelici:

  1. L'”Io mi conosco”: ecco! Già da qui puoi iniziare a scavarti la fossa: nessuno si conosce. Tuttalpiù possiamo allenarci a  prendere consapevolezza che siamo soggetti al cambiamento a qualsiasi età;
  2. L'”Io sono” è la seconda mossa per mettere il piedino nella fossa: la conoscenza della nostra identità è parziale, spesso condizionata dalla  nostra storia e dalla cultura; pertanto, il ‘”Sono timido”, il “Sono impaziente” etc. etc. sono generalizzazioni e rappresentazioni approssimative;
  3. L'”Io sono libero” è un altro step a rischio, perchè i condizionamenti sono ovunque e cosa di tutti. E’ cosa ardua immaginarsi senza memoria, ma potrebbe essere una buona strategia per respirare quel certo nonsochè di apparente libertà;
  4. L'”Io so”  è un’altra pedina bell’è pronta per mirare all’infelicità: il sapere non inteso come istruzione ma come, per esempio, il rispettare delle abitudini:  per esempio,  sapere che la domenica è il giorno per stare in famiglia, perchè, invece, che non possa essere per una camminata in solitudine, in un luogo mai visto?  Perchè non pensare che, come diceva il mitico Forrest, “la vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita?” 🙂
  5. …e questa trovatela voi 😉

Barbara Gaiardoni

 

 

Pubblicato da barbaragaiardoni

Barbara Gaiardoni nasce a Verona il 15 febbraio 1967. Lavora dall’età di 18 anni: inizia come istruttrice di nuoto. Nel contempo, consegue il diploma al Conservatorio di Musicale statale di Vicenza e, dopo aver collaborato come violinista di fila con orchestre giovanili e sinfoniche, termina la sua carriera musicale all’età di 30 anni, per entrare a pieno titolo nell’impresa di famiglia. Nel 2000 riprende gli studi scolastici e formativi, interrotti in età adolescenziale da una bocciatura in II liceo: si concludono con un diploma di Dirigente di comunità e due lauree presso l’Università degli Studi di Verona; una triennale in Scienze dell’educazione e della Formazione e l’altra specialistica in Scienze pedagogiche. Nel 2004 lavora come educatrice professionale nell’ambito psichiatrico e delle patologie dell’invecchiamento; quest’ultimo la vede anche nel ruolo di pedagogista e counselor per le famiglie dei soggetti affetti da demenza di tipo Alzheimer. Successivamente si perfeziona con un tirocinio professionale nell’ambito socio-educativo: esperienza che sfocerà nella progettazione pedagogica. La scrittura in tutte le sue sfaccettature e forme resta il suo strumento prediletto per l’efficacia sia in ambito professionale sia in quello dell’auto formazione. Ha pubblicato 3 libri e un racconto breve. Ha collaborato con riviste di settore e con magazine culturali online. La scrittura diaristica si concretizza nella stesura di 15 diari di bordo utilizzati negli ambiti professionali suddetti. Il suo mantra? Non esistono ostacoli, ma sfide.