“INNANZI IL MARITARE, ABBI L’ABITARE”

Quello di maggio è un proverbio toscano, che porta in sè una conoscenza saggia dell’umano esistere.

Il matrimonio è un contratto con delle regole esplicite, che sanciscono diritti ed obblighi. Per esempio, l’obbligo di fedeltà, di assistenza morale e materiale, di coabitazione, di collaborazione, di mantenere, istruire ed educare i figli.

Fin qui è tutto chiaro, quello che non lo è dipende dall’interpretazione della regola; la storia personale e culturale, infatti, interviene sul modo di vivere e di agire dei componenti della coppia.

Rispetto, per esempio, l’obbligo di collaborazione in casa,  è necessario sapere e confrontarsi sul chi fa, quando e che cosa. Ci sono azioni quotidiane che servono: quella di chi debba preparare il cibo, è una delle tante soggette alla quotidianità e che può, se non chiarita, creare dissapori. Chi più chi meno, si mangia e si cucina tutti i giorni. Definire chi lo fa prima, chi lo fa poi, chi lo fa mai (?) richiede quella diplomazia che sappia trovare il “giusto compromesso”, necessario per rispettare i tempi personali e quelli della famiglia.

Una cosa, sulla quale riflettere, è non dare mai l’altro per scontato: perchè tutti si cambia. Quindi, c’è bisogno di una continuo scambio, all’interno della coppia, indispensabile per smussare gli angoli del proprio tornaconto.

E se il maritare induce a rispettare le regole, l’abitare, invece, invita a decidere assieme a come attenervisi.

Un conoscente mi rivelò che converrebbe, prima di sposarsi, trascorrere con il/la partner una vacanza in barca a vela:  assistere all’utilizzo e al rispetto del tempo e degli spazi (ristretti) propri e altrui diventa una cartina di tornasole utile per decidere se convolare a giuste nozze. Provare per credere 🙂

E l’amore, rispetto a tutto ciò, cosa c’entra? C’entra eccome! Perchè l’amore è l’ago della bilancia, che riporta in equilibrio quello che la legge della ragione e del diritto non riuscirà mai a fare!

Barbara Gaiardoni

Pubblicato da barbaragaiardoni

Barbara Gaiardoni nasce a Verona il 15 febbraio 1967. Lavora dall’età di 18 anni: inizia come istruttrice di nuoto. Nel contempo, consegue il diploma al Conservatorio di Musicale statale di Vicenza e, dopo aver collaborato come violinista di fila con orchestre giovanili e sinfoniche, termina la sua carriera musicale all’età di 30 anni, per entrare a pieno titolo nell’impresa di famiglia. Nel 2000 riprende gli studi scolastici e formativi, interrotti in età adolescenziale da una bocciatura in II liceo: si concludono con un diploma di Dirigente di comunità e due lauree presso l’Università degli Studi di Verona; una triennale in Scienze dell’educazione e della Formazione e l’altra specialistica in Scienze pedagogiche. Nel 2004 lavora come educatrice professionale nell’ambito psichiatrico e delle patologie dell’invecchiamento; quest’ultimo la vede anche nel ruolo di pedagogista e counselor per le famiglie dei soggetti affetti da demenza di tipo Alzheimer. Successivamente si perfeziona con un tirocinio professionale nell’ambito socio-educativo: esperienza che sfocerà nella progettazione pedagogica. La scrittura in tutte le sue sfaccettature e forme resta il suo strumento prediletto per l’efficacia sia in ambito professionale sia in quello dell’auto formazione. Ha pubblicato 3 libri e un racconto breve. Ha collaborato con riviste di settore e con magazine culturali online. La scrittura diaristica si concretizza nella stesura di 15 diari di bordo utilizzati negli ambiti professionali suddetti. Il suo mantra? Non esistono ostacoli, ma sfide.