“Chi fa da sè, fa per tre” di Miele Rancido

Il proverbio di febbraio è stato scritto a 2 teste con Miele Rancido, una modella. Non una come tutte le altre, ma una “Italian alternative and nude art model”.   I primi contatti sono avvenuti in seguito ad una mia riflessione che avevo fatto sulla nudità. Spesso si parla di quanto sia importante educare alla sessualità, senza prima interrogarsi su come vivere la (propria) nudità: il modo di Miele di mettersi a nudo, a mio parere, è maieutico; quando entra in scena  “porta alla luce”, in chi guarda i suoi ritratti, ciò che ciascuno ha già  ma che deve ancora nascere. Gli scrissi, nei nostri scambi di mail, anche della sua professionalità caleidoscopica, sconfinata e sapiente: il suo corpo è una tavolozza di colori, dalla quale ciascuno può ricavare un proprio quadro, una propria storia.

Da quel momento in poi non ci siamo più perse di vista 🙂

Anche se non ci siamo mai incontrate, si è mostrata da subito una professionista generosa. Ha accettato la proposta di collaborare donadomi la foto di nudo e il suo pensiero.  Ha solo manifestato incertezza su cosa avrebbe dovuto raccontare: un dubbio tenero, non di chi non sa il fatto suo, ma di chi cerca il confronto, requisito di tutti i grandi professionisti.

La sua generosità si manifesta anche nella fotografia, nel darsi completamente senza se, senza ma. Il suo nudo è l’esistere, perché i vestiti per lei, e non solo per lei, spesso sono un dettaglio.

Rispetto al  proverbio preferito, mi ha risposto con un “a pelle ti direi che chi fa da sé fa per tre!”.
E la sua bellezza sta proprio qui, nell’essere a pelle sempre, anche quando scrive. Il suo modo di esistere è coerente anche con il  raccontare di sè, con allegria, ironia, passione.

Miele continua: “E’ forse quello che mi rispecchia di più ma non c’è un vero e proprio motivo, è solo che sono una persona molto attiva che si arrangia e ha voglia di fare e creare “. E poi aggiunge: “Che racconto, dimmi tu?”

Niente Miele, niente di più di ciò che sei  e sai con semplicità, con trasparenza d’animo e d’intenti. “Smuack”  Miele, smuack!!!

Miele Rancido e Barbara Gaiardoni




Pubblicato da barbaragaiardoni

Barbara Gaiardoni nasce a Verona il 15 febbraio 1967. Lavora dall’età di 18 anni: inizia come istruttrice di nuoto. Nel contempo, consegue il diploma al Conservatorio di Musicale statale di Vicenza e, dopo aver collaborato come violinista di fila con orchestre giovanili e sinfoniche, termina la sua carriera musicale all’età di 30 anni, per entrare a pieno titolo nell’impresa di famiglia. Nel 2000 riprende gli studi scolastici e formativi, interrotti in età adolescenziale da una bocciatura in II liceo: si concludono con un diploma di Dirigente di comunità e due lauree presso l’Università degli Studi di Verona; una triennale in Scienze dell’educazione e della Formazione e l’altra specialistica in Scienze pedagogiche. Nel 2004 lavora come educatrice professionale nell’ambito psichiatrico e delle patologie dell’invecchiamento; quest’ultimo la vede anche nel ruolo di pedagogista e counselor per le famiglie dei soggetti affetti da demenza di tipo Alzheimer. Successivamente si perfeziona con un tirocinio professionale nell’ambito socio-educativo: esperienza che sfocerà nella progettazione pedagogica. La scrittura in tutte le sue sfaccettature e forme resta il suo strumento prediletto per l’efficacia sia in ambito professionale sia in quello dell’auto formazione. Ha pubblicato 3 libri e un racconto breve. Ha collaborato con riviste di settore e con magazine culturali online. La scrittura diaristica si concretizza nella stesura di 15 diari di bordo utilizzati negli ambiti professionali suddetti. Il suo mantra? Non esistono ostacoli, ma sfide.