La rubrica de “I proverbi del lunedì” prosegue.
Ammettere a se stessi l’errore è la cosa più difficile, perchè ci si fa del male, si prova quella sofferenza difficile, ma non impossibile, da sopportare. Non a caso, s’infierisce sugli altri.
Non esiste il vero in sè: esistono dei patti, dei contratti che contemplano delle regole importanti e precise in una relazione. Tradirle induce all’errore.
Esiste, anche, chi può essere investito da una “colpa”, che non è stata commessa. Ma la percezione di essere nel “giusto”, lo condurrà, prima o poi, a lottare per disfarsene.
Colui che è colto sul fatto, non può trovare scuse se non quella di chiedere: “Scusa.” Coprire il misfatto con palliativi, quali negare l’errore e/o, ancora peggio, sminuirlo, è come morire lentamente. Perchè, chi è colto sul fatto e non lo ammette, porterà con sè il peso della vicenda. Allontanerà da sè componenti essenziali del rapporto vitale: rispetto e fiducia, in primis.
Non esistono scuse se si è colti con le mani nel sacco, esiste, però, il perdono, per ricreare nuove possibilità di essere assieme e, forse, di ricominciare.
Barbara Gaiardoni