L’ADOLESCENTE DOC? E’ QUESTIONE DI “MUSCOLO”

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L’adolescenza è quella terra di mezzo che caratterizza il passaggio dall’infanzia all’adultità. E’ uno spazio di crescita che presenta, facilmente, dei vuoti. I vuoti servono, ma ciò a cui ci si deve allenare, è saper dare loro un significato. L’adolescenza è il periodo giusto per (continuare?) iniziare.  Servono delle figure di riferimento che facciano da sostegno, che accompagnino l’adolescente a godere dei paradisi ma  ad accettare anche le ombre.

Inevitabili  le “cadute” nelle relazioni affettive, nel contesto della formazione scolastica e professionale. Servono figure di riferimento che sappiano (non?) intervenire con intelligenza e con il cuore; conta porre l’attenzione sui tempi e gli spazi d’intervento.

C’è soccorso e soccorso. Metaforicamente, quando ci apprestiamo ad aiutare una persona, non stiamo permettendo allo spirito “guerriero” di venire fuori; non  le stiamo dando la possibilità di esercitare il muscolo della “resilienza”,(resistenza agli insuccessi)  che permette d’incassare il colpo,  di resistere per trovare, autonomamente,  la soluzione alternativa per ricominciare. Oggi, più che mai, i resilienti adolescenti sono una chicca: li vedi “grandi e grossi”…e basta!
Evitare le strade più lunghe a vantaggio di scorciatoie e rimedi rattoppanti,  sembra essere la scelta più quotata nelle nuove generazioni. Si assiste, quindi,  a scene di persone che rinunciano a rialzarsi oppure affrontano, con mollezza, il guaio, perchè non motivati.
La domanda di fondo è: che siano vittime di un’educazione troppo permissiva?

Barbara Gaiardoni

Pubblicato da barbaragaiardoni

Barbara Gaiardoni nasce a Verona il 15 febbraio 1967. Lavora dall’età di 18 anni: inizia come istruttrice di nuoto. Nel contempo, consegue il diploma al Conservatorio di Musicale statale di Vicenza e, dopo aver collaborato come violinista di fila con orchestre giovanili e sinfoniche, termina la sua carriera musicale all’età di 30 anni, per entrare a pieno titolo nell’impresa di famiglia. Nel 2000 riprende gli studi scolastici e formativi, interrotti in età adolescenziale da una bocciatura in II liceo: si concludono con un diploma di Dirigente di comunità e due lauree presso l’Università degli Studi di Verona; una triennale in Scienze dell’educazione e della Formazione e l’altra specialistica in Scienze pedagogiche. Nel 2004 lavora come educatrice professionale nell’ambito psichiatrico e delle patologie dell’invecchiamento; quest’ultimo la vede anche nel ruolo di pedagogista e counselor per le famiglie dei soggetti affetti da demenza di tipo Alzheimer. Successivamente si perfeziona con un tirocinio professionale nell’ambito socio-educativo: esperienza che sfocerà nella progettazione pedagogica. La scrittura in tutte le sue sfaccettature e forme resta il suo strumento prediletto per l’efficacia sia in ambito professionale sia in quello dell’auto formazione. Ha pubblicato 3 libri e un racconto breve. Ha collaborato con riviste di settore e con magazine culturali online. La scrittura diaristica si concretizza nella stesura di 15 diari di bordo utilizzati negli ambiti professionali suddetti. Il suo mantra? Non esistono ostacoli, ma sfide.