L’importanza del primo passo

Si dice che “Un viaggio di mille leghe incomincia con un passo”: ed è così! Serve, soprattutto, se si ha un barlume sul dove andare e sulla meta da raggiungere. Un esempio!  Un’adolescente, ripetente per ben due volte la stessa classe, in seguito agli insuccessi scolastici, decide di abbandonare la scuola. A ciò si aggiunge uno stato di apatia e d’insonnia: trascorre tutta la giornata, infatti, davanti al pc e, alla sera, si corica tardi. Non ha interessi nè per gli amici, nè per uno sport.  La famiglia è preoccupata, mentre in lei c’è, sì, un desiderio di rimettersi in gioco,  ma non corrisposto, però, da tutte quelle azioni che ne confermino la (vera) volontà di riprendere a studiare. Si rivelerà, successivamente, che la ragazza non era convinta di ripartire da quell’indirizzo! Pertanto, com’era possibile  ricominciare, se  la scuola “abbandonata” non era quella “giusta”?

Il primo passo, in questo caso, era di scoprire l’inadeguatezza della scelta che impediva l’avanzamento scolastico.

Un passo, perciò, è sì indispensabile per iniziare, ma lo sono,  ancor prima, la motivazione e, subito dopo (senza aspettare troppo!), le mosse conseguenti, che testimonino di un progresso, anche se piccolo.

Barbara Gaiardoni

Pubblicato da barbaragaiardoni

Barbara Gaiardoni nasce a Verona il 15 febbraio 1967. Lavora dall’età di 18 anni: inizia come istruttrice di nuoto. Nel contempo, consegue il diploma al Conservatorio di Musicale statale di Vicenza e, dopo aver collaborato come violinista di fila con orchestre giovanili e sinfoniche, termina la sua carriera musicale all’età di 30 anni, per entrare a pieno titolo nell’impresa di famiglia. Nel 2000 riprende gli studi scolastici e formativi, interrotti in età adolescenziale da una bocciatura in II liceo: si concludono con un diploma di Dirigente di comunità e due lauree presso l’Università degli Studi di Verona; una triennale in Scienze dell’educazione e della Formazione e l’altra specialistica in Scienze pedagogiche. Nel 2004 lavora come educatrice professionale nell’ambito psichiatrico e delle patologie dell’invecchiamento; quest’ultimo la vede anche nel ruolo di pedagogista e counselor per le famiglie dei soggetti affetti da demenza di tipo Alzheimer. Successivamente si perfeziona con un tirocinio professionale nell’ambito socio-educativo: esperienza che sfocerà nella progettazione pedagogica. La scrittura in tutte le sue sfaccettature e forme resta il suo strumento prediletto per l’efficacia sia in ambito professionale sia in quello dell’auto formazione. Ha pubblicato 3 libri e un racconto breve. Ha collaborato con riviste di settore e con magazine culturali online. La scrittura diaristica si concretizza nella stesura di 15 diari di bordo utilizzati negli ambiti professionali suddetti. Il suo mantra? Non esistono ostacoli, ma sfide.