Essere riconosciuti è una soddisfazione, una vittoria che ci dobbiamo, ci meritiamo. I riconoscimenti sono di differente genere. Tralasciando quelli formali dipendenti dalle cerimonie, premiazioni etc. etc, mi soffermerei su quelli inerenti la vita di tutti giorni, quelli legati alle persone vicine ai nostri bisogni: la vita affettiva, la professione, le amicizie, le conoscenze, quelle sfere che ci toccano da vicino, strettamente dipendenti dalle relazioni. Prima di attribuire agli altri ciò che è responsabilità nostra, è cosa buona porsi delle domande e/o riflessioni. Le 5 “mosse” non sono nè le uniche nè la soluzione ad interrogazioni che necessitano molto di più di una o più mosse:
- Decidi che cosa vuoi essere (N.B: non l’apparire!); in base a quella scelta il fare, indispensabile e necessario alla conquista del ruolo, verrà di conseguenza;
- Individua la caratteristica per la quale ritieni di essere unico: nel caso della professione, per esempio, il cliente ti sceglierà per quella peculiarità;
- Ciascuno ha dei bisogni da soddisfare: le tue caratteristiche personali corrispondono alle esigenze delle persone alle quali tieni, con le quali hai un progetto, un sogno?
- La tua presenza porta dei benefici alla relazione? Anche nell’amicizia quella più “pura”, ci deve essere un vantaggio comune e condiviso: alcuni lo trovano nel gioco degli scacchi per esempio, altri nel fare viaggi assieme oppure nel “fare serata”…chi ne ha più ne metta;
- Impara a comunicare ciò che vuoi che si sappia…fallo con forza e convinzione con tutti i mezzi che hai a disposizione!
Queste riflessioni vogliono essere un modo per fermarsi un attimo e insinuare quel “ragionevole dubbio”, affinchè non si dia niente e nessuno per scontati.
Barbara Gaiardoni